In occasione di una imminente trasferta a Padova per assistere al concerto di Serji Tankian, mi sono riletto un articolo che avevo scritto circa un anno fa, nell’ottobre 2012, quando Padova era stata la meta di un altro week-end musicale, quello per ammirare dal vivo il grande Slash.
Here it is !!!
L’ultima volta che ho visto Slash suonare dal vivo in compagnia di mia moglie è stato nel giugno del 1992, a Torino. A quell’epoca eravamo insieme da un paio d’anni ed i Guns n’ Roses rappresentavano la colonna sonora della nostra adolescenza. A pensarci bene, musicalmente siamo stati fortunati ad essere teenager negli anni Novanta: siamo cresciuti con GN’R, Nirvana, Pantera, Megadeth, Metallica, Ac/dc… i ragazzini di oggi cosa ascoltano? Justin Bieber (si scrive così??) oppure… Ac/dc, Metallica, Megadeth, Down, Foo Fighter e Guns nella loro versione aggiornata… insomma, tutta musica che proviene da un paio di decenni fa. Le infinite reunion di questi tempi sono indotte dal vuoto musicale attuale che spinge molti 50/60enni a riproporsi sulla scena, a rinfrescare i vecchi successi e… a rimpolpare il fondo pensionistico.
Il concerto dei Guns n’ Roses del 1992 a Torino è tuttora sul gradino più alto del podio nella classifica di tutti i concerti a cui ho assistito nella mia vita, dal primo Vasco Rossi Misano Adriatico 1989 fino all’ultimo System of a Down Rho 2013 (nel mezzo circa un centinaio, so far…): oltre ad una band straordinaria, quel concerto rimane nel mito anche per il valore simbolico del ricordo… una notte d’estate, la tua ragazza, i tuoi amici, Torino, lo stadio e sul palco i tuoi idoli, Axl, Slash, una musica selvaggia che ti faceva fremere il corpo e l’anima.
Non ho mai più avuto il coraggio di andare a vedere i Guns dal vivo, dopo Torino ’92… un po’ perché sono diventati la band personale di Axl, un po’ perché hanno trascorso interi lustri in letargo, ma soprattutto perché non ho mai voluto “sporcare” il ricordo di quella magnifica notte di 20 anni fa… ci sono artisti che nei loro “anta” rinascono fisicamente e musicalmente: penso a gente come Nikki Sixx dei Mötley Crüe, Anthony Kiedis e Flea dei RHCP, Dave Mustaine dei Megadeth o Bruce Dickinson degli Iron Maiden… tutti “vecchietti” tuttora piuttosto in forma. Altri invece, col passare del tempo hanno pagato dazio agli eccessi giovanili e tra questi purtroppo c’è Axl Rose… una volta incarnava il mito del giovane ribelle, rocker selvaggio, bello e geniale, con la sua inconfondibile voce graffiante. Oggigiorno forse è rimasta la voce, ma non resisterei a vedere uno dei miei miti giovanili imbolsito e patetico ciondolare affannosamente su un palco…
Slash è di un altra categoria. Slash si è aggrappato al suo talento cristallino ed ha attraversato incredibilmente indenne gli anni dell’autodistruzione, fino ad arrivare ad essere il fenomeno che è ai nostri giorni: un artista completo, talentuoso come non mai e con un’esperienza alle spalle che lo mette una spanna sopra gli altri.
Dopo aver apprezzato le sue proposte con gli Slash’s Snakepit e con i Velvet Revolver (ma mai dal vivo) ed aver amato il suo lavoro solista “Slash” in collaborazione con vari cantanti (Ozzy, Lemmy, Iggy, Fergie ecc.), mi sono deciso ad andare a vederlo in concerto all’arena civica di Milano il 28 luglio 2011: strepitoso! La fine di luglio per il mio lavoro sancisce anche la fine del delirio di alta stagione, perciò sono andato a quel concerto con l’animo leggero e la voglia matta di divertirmi. Ho scoperto in quell’occasione quanto sia bravo Myles Kennedy, capace di interpretare magistralmente i pezzi scritti da/per Axl. E mi è piaciuta la scaletta dei pezzi che ha saputo armonizzare in un unico concerto tutte le gemme del repertorio di Slash, dai Guns ai Velvet Revolver, dagli Snakepit all’attuale formazione con Myles and the Conspirators.
Dopo aver assistito ad un’altra incendiaria performance di Slash & co. al festival Gods of Metal di Rho (MI) il 23 giugno 2012, mi sono convinto che questo gruppo di ragazzi capitanati da un “vecchio” chitarrista non sono un fuoco di paglia, ma i veri eredi musicali e spirituali dei Guns n’ Roses. “Anastasia” eseguita sul palco di Rho mi ha fatto venire i brividi e mi ha convinto del fatto che alla prossima occasione in cui Slash fosse passato in Italia avrei dovuto portare mia moglie.
Il 26 ottobre 2012 Slash è al Palageox di Padova, la data cade di venerdì ed è perfetta per aggiungere una notte romantica al “pacchetto”… una volta si andava in treno e si dormiva in stazione, ma ho pensato che non abbiamo più 17/18 anni e un minimo di comfort fosse necessario.
Padova è una città molto bella, il tempo leggermente piovoso di quel pomeriggio le ha anche conferito una bella atmosfera autunnale, con le luci dei negozi a riflettersi sulla superficie delle innumerevoli piazze e piazzette che impreziosiscono il centro storico. Non abbiamo effettuato una visita approfondita della città, ci siamo limitati ad una passeggiata senza cartina e senza meta, a zonzo fino a quando ci siamo infilati in un baretto a gustarci un sostanzioso aperitivo. Abbiamo finalmente provato lo Spritz in Veneto! Direi provato e riprovato, finché è giunta l’ora di recarci al Palageox, una struttura facilmente e rapidamente raggiungibile dal centro città, dotata di un enorme parcheggio che si estende fino ad antri bui di terreno abbandonato man mano che ci si allontana dal palazzetto.
Il Gran Teatro Geox (www.granteatrogeox.com) nasce per ospitare concerti musicali, spettacoli teatrali e musical, consiste semplicemente in una struttura di metallo che sostiene un grande telone stile circo (non troppo dissimile dal vecchio Palatrussardi di Milano), da un lato c’è una tribuna con le installazioni audio e luci, di fronte c’è il palco ed in mezzo il parterre. Parterre e tribuna sono separati ed i biglietti per quest’ultima sono numerati. Personalmente ho preso biglietti di tribuna e sono rimasto soddisfatto sia dell’acustica che della vista. La gente in tribuna non si è mai alzata, perciò ci siamo spostati leggermente sulle scale per scatenarci alle note della Les Paul di mr Slash. Che magnifico spettacolo! Risentire pezzi storici come Rocket Queen o Nightrain riprendere vita grazie alle sapienti dita di Slash, il loro creatore, è senza prezzo davvero. Vecchie note ancora attualissime, intervallate da pezzi tratti dall’ultimo eccellente “Apocalyptic Love”, ottimamente supportati dall’incredibile voce di Myles e dal talento del resto dei Conspirators.
Dopo anni di delusioni, asti e contrasti con i suoi cantanti, Axl e Scott Weiland su tutti, Slash ha trovato in Myles Kennedy la spalla ideale: un artista straordinario con una estensione vocale notevolissima, non una superstar ma già dotato di grande esperienza grazie ai successi con gli Alter Bridge, talentuoso e di gradevole presenza, ma soprattutto intelligente al punto da non togliere luce sul palco al vero protagonista assoluto dello spettacolo, The Man, mr Slash.
In effetti è un piacere per le orecchie e per gli occhi ascoltare e vedere i suoi assoli che si inerpicano verso il cielo piovoso di Padova, prima di dare forma alle canzoni più significative dell’ultimo cd (tra cui “Anastasia e “Heroes”) e del vecchio repertorio (“Starlight”, “Patience”, “Slither” e “Paradise City” tra tutte).
Una menzione speciale va fatta a “Sweet Child o’ Mine”, da brividi, cantata da tutti a squarciagola, colonna sonora di una storia lunga quasi un quarto di secolo…
Dopo una lunga coda all’uscita (tutte le auto del parcheggio escono dal medesimo punto affiancate a due a due), e dopo una sosta ristoratrice a base di un ottimo kebab presso un baracchino di periferia, siamo arrivati al nostro alloggio per la notte…
Il Relais Villa Giulia si trova a Mestrino, pochi km di strada da Padova, in una tranquilla zona di campagna (www.relaisvillagiulia.it). La struttura dall’esterno si presenta come una bella villa circondata da prati e vialetti, curatissimi, mentre gli interni sono prevalentemente in legno chiaro e sono arredati direttamente dai proprietari che hanno attinto da mercati e fiere francesi per la scelta del mobilio. Gran dormita e abbondante colazione, prima del ritorno a casa, con ancora nelle orecchie il ritornello indimenticabile di “No more heroes”.