Ode alla bassa stagione: il trenino rosso del Bernina (Svizzera).

Gran parte delle destinazioni turistiche presenta delle stagionalità che dipendono principalmente dal clima. In alta stagione di solito le condizioni climatiche sono ottimali per effettuare una vacanza e le località turistiche si riempiono di visitatori, i prezzi degli alloggi e dei servizi si alzano, i luoghi di interesse si affollano e il picco di presenze spesso compromette la qualità dei servizi stessi. La bassa stagione è il periodo in cui il clima non si confà al soggiorno vacanziero, le località turistiche si svuotano e molte attività chiudono oppure funzionano a regime ridotto, tornando a privilegiare la qualità rispetto alla quantità.

Foglie di betulla (vikingandre.com)

Foglie di betulla (vikingandre.com)

Sono un cultore della bassa stagione. Per me non esistono “maltempo” o “beltempo”, sono concetti del tutto relativi: dopo mesi torridi con temperature sui 50º, l’arrivo del monsone in India con le sue benefiche piogge è accolto con gioia ed i bambini ballano nelle pozzanghere ringraziando gli dei per l’arrivo finalmente del… beltempo. I luoghi in bassa stagione si spogliano della presenza umana e mostrano il proprio volto più sincero e genuino; i templi di Angkor in Cambogia a maggio sono poco frequentati, l’aria è calda, greve e silenziosa, solo le cicale accompagnano i tuoi passi e gli sguardi dei giganti di pietra sembrano davvero rivolti a te, solitario visitatore. I prezzi di alberghi e ristoranti in bassa stagione calano sensibilmente, ma allo stesso tempo il cuoco ha la calma e l’ispirazione necessarie per preparare pasti deliziosi, non dozzinali, mentre il personale ha il tempo e la voglia di scambiare due parole, di non considerare l’ospite solo un numero di passaggio. Le tagliatelle allo scoglio portate in tavola da un cameriere sorridente in osteria a marzo sono mille volte più gustose dello stesso piatto scaricato frettolosamente da un cameriere sudato dopo una lunga attesa in pieno agosto.

Ferrovia Retica (vikingandre.com)

Ferrovia Retica (vikingandre.com)

Pur di godermi un luogo in solitaria sono disposto a mettere in conto alcuni inevitabili disagi: Praga a fine gennaio è davvero gelida, ma il suo fascino avvolgente scalda il cuore; passeggiando lungo la spiaggia romagnola a fine ottobre si rischia di incontrare giusto qualche gabbiano che gioca nel vento, ma consente anche di apprezzare la voce possente del mare e gli spazi immensi finalmente liberi da folle di bagnanti, ombrelloni e sdraio ammassati.

Da Tirano a St. Moritz (vikingandre.com)

Da Tirano a St. Moritz (vikingandre.com)

Con questo spirito carico in macchina la famiglia assonnata in una buia mattina di inizio novembre e percorro i chilometri che ci separano da Tirano; qui c’è un doppio capolinea: termina la linea ferroviaria italiana che parte da Milano, attraversa la Brianza, corre lungo il Lario e penetra in Valtellina e comincia la linea ferroviaria retica che si inerpica appena dopo il confine nella svizzera Val Poschiavo, supera dislivelli e formidabili punti panoramici e raggiunge St. Moritz in Engadina prima di diramarsi in varie direzioni nel Paese d’oltralpe.

Alta ingegneria a Brusio (vikingandre.com)

Alta ingegneria a Brusio (vikingandre.com)

Il percorso da Tirano a St. Moritz dura circa un paio d’ore e si sviluppa in un ambiente alpino che vede il susseguirsi di vallate, montagne, boschi, cime innevate, gallerie nella roccia, laghi e ghiacciai. Proprio perché il periodo più consigliato per effettuare il tragitto è l’estate soleggiata oppure l’inverno innevato, salgo sul treno rosso in pieno autunno, in una giornata piovosa e grigia. Lo spirito del low-season-fan è subito gratificato dal vagone vuoto a completa disposizione: la vista è spettacolare da entrambi i lati ed è suggestivo osservare come il trenino si arrampichi leggero verso le cime alpine avvolte nella bruma e nelle nuvole. Le goccioline di pioggia sul vetro incorniciano panorami affascinanti fatti di scorci innevati, rocce scheggiate dal vento, boschi di abeti, pini e betulle attraversati da nebbie impalpabili. All’andata verso St. Moritz l’orizzonte è a pochi metri, il treno pare galleggiare nel nulla e si intuisce solamente la profondità delle valli e la vivacità dei colori autunnali che si riflettono sulla superficie dei laghetti alpini. Al ritorno invece le nuvole si rincorrono al vento e consentono ai raggi del sole di strappare la coltre di nubi provocando ampi squarci di azzurro. Il Bernina, il Diavolezza, il Morteratsch si svelano alla vista nella loro imponenza e maestosità, in un gioco di chiaroscuri in continuo mutamento.

Boschi d'autunno (vikingandre.com)

Boschi d’autunno (vikingandre.com)

St.Moritz e l’Engadina non perdono un’oncia di fascino nemmeno in pieno autunno, quando i gitanti estivi sono spariti dai suoi sentieri e gli appassionati di sci alpino sono ancora impegnati a soffiare via la polvere dall’attrezzatura in vista della stagione invernale. L’aria frizzante di montagna contende le ultime foglie alle betulle, mentre il sole fa capolino per dar vita alla tavolozza dei colori d’autunno: l’azzurro intenso del cielo si tuffa nel blu limpido del lago, l’argento della corteccia delle betulle sfuma nel bianco della prima neve sulle cime più elevate, il giallo brillante delle foglie si staglia sullo sfondo rosso acceso dei frutti di rosa canina.

Lago di St. Moritz (vikingandre.com)

Lago di St. Moritz (vikingandre.com)

Un tripudio di colori di cui sono tra i pochi testimoni: è la magia della… bassa stagione !!

Squarci di azzurro nel cielo dell'Engadina (vikingandre.com)

Squarci di azzurro nel cielo dell’Engadina (vikingandre.com)

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