Cento occhi di pietra (e altri motivi per amare la Cambogia)

L’errore più ricorrente commesso da chi viaggia nel Sud Est Asiatico è quello di fermarsi un paio di giorni a Siem Reap, visitare Angkor Wat ed affermare di essere stati in Cambogia. Ok, tecnicamente Siem Reap è in Cambogia ed il timbro che rimane sul passaporto recita “Kingdom of Cambodia”. Ma è tremendamente limitativo visitare il sito archeologico di Angkor in tutta fretta, sgomitando con comitive di coreani e tailandesi, cenare con hamburger e patatine in un locale di “pub street” e poi asserire “sono stato in Cambogia”. Con i suoi alberghi moderni, i negozi di souvenir, la miriade di locali e ristoranti turistici, Siem Reap seppure imperdibile è la meno cambogiana di tutte le località del Paese: nonostante la sagoma di Angkor Wat sia raffigurata sulla bandiera nazionale, la vera Cambogia va ricercata anche altrove…

…ecco quindi le mie 12 ragioni per visitare questo Paese nella sua interezza ed imparare ad amare i suoi luoghi, la sua Storia e la sua magnifica gente.

Phnom Penh – la capitale cambogiana è vivace, moderna, ricca di vita e di giovani; basta passeggiare la sera lungo il fiume per demolire qualsiasi luogo comune negativo sulla città: decine di localini e ristoranti si susseguono tra insegne colorate e mercatini notturni, pagode e palazzi, musei e negozi. L’atmosfera è rilassata e la gente amichevole, qui si trova tutto e a qualunque ora.

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Fare un giro al mercato russo,  accomodarsi sulla panchetta di un venditore di cibo, ordinare qualche involtino primavera e guardare la gente che passa, sbircia tra le bancarelle, contratta, compra e va.

Battambang – la seconda città per numero di abitanti del Paese è tranquilla e rilassata, durante il giorno è quasi assopita tra le sue case basse in stile coloniale… poi la sera si risveglia e la gente si riversa sul lungofiume per mangiare all’aperto e godersi il fresco.

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Fare un giro sul Bamboo train, cioè una pedana di listarelle di bambù appoggiata a due paia di ruote in acciaio della misura dei binari e mossa da un piccolo motore unito alle ruote da una cinghia. Un roller coaster che corre nella campagna cambogiana lungo i binari della ferrovia in disuso.

Siem Reap – tutto si è detto di questa cittadina che accoglie il più grande ed incredibile sito archeologico dell’Asia, Angkor; oggigiorno è molto affollata di visitatori e non è facile trovare un momento in cui provare le emozioni che devono aver assaporato i primi esploratori quando si sono trovati improvvisamente osservati da uno, dieci, cento occhi di pietra…

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…ma si può provare, magari all’ora di pranzo o di chiusura o in bassa stagione…

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“Un giorno, addentrandosi nella foresta, dove si faceva compagnia cantando tra sé e sé la Traviata, Henri Muhot d’un tratto, in mezzo al fogliame fitto, sotto gli alberi giganteschi, si sentì guardato da due, quattro, dieci, cento occhi di pietra che gli sorridevano. Ho sempre cercato di immaginarmi cosa avesse provato in quel momento; un momento per il quale era valso il suo viaggio e la sua morte”. Tiziano Terzani – Un indovino mi disse

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“Ah ! fossi io dotato della penna di un Chateaubriand o di un Lamartine, o del pennello di un Claude Lorrain, per far conoscere agli amanti dell’arte quanto belle e grandiose siano queste rovine, forse incomparabili, sole vestigia di un popolo che non è più e di cui anche il nome, come quello dei grandi uomini, artisti e sovrani, che lo hanno reso illustre, resterà probabilmente sepolto per sempre sotto la polvere e i detriti.” Henri Mouhot – Diari

Tonle Sap – il più esteso lago del Sud Est Asiatico rappresenta un ecosistema unico e vitale per la Cambogia: grazie ai monsoni la sua superficie passa da circa 3000 kmq ad oltre 15000 kmq ed è l’unico lago al mondo che a seconda del periodo riceve acqua dal fiume oppure riversa acqua nel fiume, facendogli cambiare il senso della corrente.

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Visitare il villaggio galleggiante di Prek Toal: raggiungibile solo via lago, in due ore circa di barca, è una comunità che vive, lavora, studia sull’acqua…

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…che emozione servire il pranzo (una semplice, ma gustosa minestra) ai bambini del villaggio radunati nella chiesa galleggiante attraccata di fianco alla scuola…

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…anch’essa galleggiante !

Siem Reap – tutti i cambogiani sanno che se un bambino si ammala può rivolgersi gratuitamente agli ospedali pediatrici Kantha Bopha, un progetto ideato e realizzato dal geniale medico svizzero Beat Richner (http://www.beat-richner.ch/); inviato in Cambogia nei primi anni ’70 dalla Croce Rossa, rientrò nel Paese dopo il periodo dei Khmer Rossi per ricostruire da zero la sanità pediatrica cambogiana, seguendo i principi della gratuità, della lotta serrata alla corruzione e della preparazione dei medici locali con metodi e apparecchiature all’avanguardia. Le attività dei cinque ospedali attualmente in funzione in Cambogia sono finanziate esclusivamente tramite donazioni.

Dr Beat Richner (web)

Dr Beat Richner (web)

Assistere ad una performance del Dottor Beat Richner presso l’auditorium dell’ospedale Jayavarman VII di Siem Reap: ogni sabato alle 19.15 il dottor Richner imbraccia il suo amato violoncello e si trasforma in Beatocello, dando vita ad uno spettacolo in cui alterna performance musicali, filmati, racconti e aneddoti sulla storia e la realtà dei Kantha Bopha Children’s Hospitals. Chi lo desidera può lasciare una donazione… in denaro o sangue !

Siem Reap – fa sempre piacere portare a casa un souvenir dai viaggi, qualche oggetto che faccia per un attimo ricordare il sapore dolce e sereno di una vacanza esotica; a Siem Reap e dintorni si trovano ancora laboratori artigianali che, oltre a dare un’opportunità di lavoro alla comunità locale e alla sua parte meno avvantaggiata (donne single, disabili ecc.), consentono di tramandare attività artigianali e manuali di grande pregio che altrimenti andrebbero perse. Tra le varie realtà, consiglio Les Artisans d’Angkor per i lavori in pietra, legno, lacca, seta e argento (http://www.artisansdangkor.com/) e Les Senteurs d’Angkor per profumi, oli da massaggio, essenze da bruciare, creme e altri prodotti naturali (http://www.senteursdangkor.com/)

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Regalarsi una boccetta di sali da bagno al profumo di frangipane, da aprire in una sera di inverno a casa per inondare l’ambiente di essenze asiatiche e di piacevoli ricordi di viaggio…

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Regalare a qualche amico un pezzo di artigianato in argento, decorato sotto i tuoi occhi da una sorridente ragazza cambogiana

Sambor Preikuk – in un ambiente silenzioso e poco visitato, tra Phnom Penh e Siem Reap, sorge questo complesso archeologico pre-angkoriano, che rappresentava l’antica capitale del regno del Chenla, precursore di quello Khmer. Tra la vegetazione fanno capolino decine di suggestivi templi in mattoni.

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Intrufolarsi in uno dei templi in mattoni e ammirare il connubio tra l’opera dell’Uomo e la forza della Natura, con le radici degli alberi secolari che avvolgono le sculture ed i blocchi di pietra: ora gli uni non possono sopravvivere senza gli altri.

Choeung Ek Memorial – non è possibile comprendere la Cambogia di oggi se non si tenta di capire quanto accaduto nel periodo tra il 1975 ed il 1979, durante il quale si è compiuto il genocidio del popolo cambogiano sotto il regime dei Khmer Rossi; sono numerose le testimonianze su come questa ideologia si sia trasformata in terrore: per esempio, la scuola Tuol Sleng a Phnom Penh, le caverne a Wat Phnom Sampeau presso Battambang ed il Memoriale Choeung Ek situato a 15 km dalla capitale.

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Percorrere i luoghi dei “killing fields” cambogiani, con le sue fosse e le sue teche piene di oggetti strappati ai condannati, non è dissimile dal percorrere i luoghi del campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia; la deriva delle ideologie parte da posizioni opposte, ma conduce al medesimo orrendo risultato: luoghi silenziosi dall’aria greve intrisi di dolore e di milioni di fantasmi senza pace.

Kampot – eppure la Cambogia è sopravvissuta a Pol Pot e al genocidio da lui causato: Kampot è un’oasi di pace e tranquillità che sembra uscita da un disegno a matita tratteggiato da qualche artista del periodo coloniale francese.

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Effettuare un’escursione in barca lungo il fiume di Kampot: acque pulite e placide, dove indugiare in un bel bagno, tra foreste di palme e paesaggi bucolici, nel silenzio rotto solo da qualche stormo di uccelli di passaggio…

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….per poi accostare all’ombra di una palma e gustare un pranzetto a base di noodles e gamberi.

Phnom Chhnork – la gastronomia cambogiana è semplice, moderatamente speziata e con un lieve retrogusto europeo grazie all’eredità coloniale francese; il segreto che la rende deliziosa risiede nella freschezza degli ingredienti utilizzati…

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…in un Paese baciato tutto l’anno dal sole, i raccolti sono abbondanti e numerosi e le tecniche agricole, come a Phnom Chhnork, sono ancora quelle tradizionali.

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Passeggiare nelle campagne presso Phnom Chhnork e, prima di salire i 200 gradini che conducono al grazioso tempietto pre-angkoriano…

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…scambiare due parole (o solo due sorrisi) con i contadini che lavorano negli orti.

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Sothy’s Pepper Farm – la zona di Kampot è anche celebre per le fattorie che coltivano con metodi biologici le piante di pepe, un ingrediente che viene spesso utilizzato nella cucina locale…

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…il pepe verde fresco, quello rosso piuttosto potente e quello nero più lieve e profumato.

Kep – la Cambogia è bagnata dal mare per circa 400 km, lungo i quali si susseguono spiagge isolate, villaggi di pescatori e cittadine più o meno turistiche; il mare del golfo del Siam non è quello dei Caraibi, ma dopo un viaggio itinerante attraverso il Paese può essere piacevole concedersi qualche giorno di relax in spiaggia.

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Knai Bang Chatt (http://www.knaibangchatt.com/) è un boutique hotel di Kep situato in riva al mare: piccolo, semplice ma raffinato, curato nei dettagli, con personale cortese e disponibile…

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…un gioiellino dove trascorrere bei momenti di relax (magari in coppia) e gustare i granchi per cui Kep è famosa.

Sihanoukville – la località balneare più famosa e frequentata della Cambogia presenta, come tale, aspetti più o meno gradevoli. Tra i lati più piacevoli non si può che menzionare le belle spiagge sabbiose, l’infinità di locali, bar e ristoranti anche situati in riva al mare, il pesce fresco cucinato alla griglia e in generale quell’atmosfera rilassata in stile “happy hippie” che fa dimenticare lo stress e godere le vacanze.

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Concedersi qualche giorno di relax balneare a Kampong Saom (come i locali chiamano Sihanoukville), tra una passeggiata lungo Sokha Beach….

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…e una birra fresca in riva al mare in uno dei localini di Serendipity Beach (la birra Angkor viene prodotta proprio qui: dal produttore al consumatore nel giro di un chilometro !)

Ma forse, la ragione più forte di tutte per amare la Cambogia, è racchiusa negli occhi (cento, mille, ma stavolta vivi, non di pietra) dei bambini… bambini che poco o nulla hanno di quello che noi riteniamo fondamentale e che ciononostante riescono non a sorridere ma a gioire per una bambolina di pezza avuta in regalo o per aver ricevuto una risposta al loro gesto di saluto…

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(Big thanks to Andrea, Mauro, my bosses “on” Earth and my travel mates – especially the one who inspired the end of this post, you know who you are).

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