#Interrail, the rail adventure

Una delle esperienze di viaggio più gratificanti e formative che consiglio ad un giovane è l’Interrail. Ai “miei tempi” consisteva in un biglietto ferroviario che consentiva a chi avesse fino a 26 anni di viaggiare per un intero mese su tutte le linee europee; poi è stato modificato, con una suddivisione in aree geografiche e in durata a cui corrispondevano prezzi differenti ed oggi è stato diversificato anche in base all’età (http://www.interrail.eu/).

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Viaggiare un mese in treno per l’Europa non è solo una vacanza, ma è anche una vera palestra di vita. Dimentichiamoci le rassicuranti vacanze con i genitori o quelle di qualche giorno con gli amici nella seconda casa al mare di qualcuno… dimentichiamoci i corsi di lingua all’estero, dove si comincia ad assaporare un po’ di libertà, ma sempre nell’ambito di un’organizzazione adulta… l’Interrail è tutt’altro: un pugno di amici affiatati, zaino sulle spalle, un pallone, qualche lattina di tonno, i soldi risparmiati durante tutto l’anno ed il mitico biglietto del treno.

Negli anni Novanta non si disponeva di cellulari e smartphone, praticamente non c’era nemmeno internet, la Germania era da poco stata unificata ed i Paesi dell’Est necessitavano di visto turistico, i Balcani erano in fermento e ogni Paese disponeva solo della propria moneta. Attraversare l’Europa in treno assumeva le sfumature di un’eccitante avventura, ai miei occhi di ventenne.

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L’interrail richiede un grande affiatamento tra gli amici che lo intraprendono insieme: dormire su scomodi treni romeni o mangiare per una settimana tonno e sottilette al formaggio nella costosissima Svezia mette a prova il fisico e la mente, basta poco per scaldare gli animi e trasformare il viaggio da vacanza ideale ad incubo. Ma dopo un mese trascorso a condividere esperienze, letti, cessi, cuccette e cibo, le amicizie dell’Interrail si cementificano al punto da salire automaticamente in cima alla scala degli affetti. Tuttora, nonostante i lustri trascorsi e le distanze che ci allontanano, gli amici più cari sono quelli con cui ho vissuto le estati in treno… Mao, Ugo, Dello, Tento, Gila, Teo, Ricky sanno sicuramente di cosa sto parlando…

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Viaggiare in Interrail insegna a gestirsi: i propri vestiti, i propri oggetti, la propria salute, i propri soldi devono durare almeno un mese; altrimenti si deve tornare a casa.

Viaggiare in Interrail significa scoprire nuovi luoghi, attraversarli a piedi, misurare le distanze con uno zaino in spalla, ammirare paesaggi dal finestrino di un treno.

Viaggiare in Interrail significa conoscere ed interagire con tantissima gente: ancor prima dell’Euro e dell’Unione Europea, condividevamo le camere d’ostello con olandesi e francesi, parlavamo di musica e sport con tedeschi e portoghesi, giocavamo a calcio con irlandesi e spagnoli, attaccavamo “bottone” con polacche ed ungheresi conosciute in treno…

Viaggiare in Interrail educa l’istinto, facendogli capire se la stazione di Inverness è sicura per trascorrervi la notte in sacco a pelo, se la persona che a Bratislava ti vuole affittare una stanza è fidata o proverà a sottrarti le corone slovacche appena cambiate, se il treno preso al volo al binario 17 di Lipsia è quello giusto per Copenhagen o se ci porterà a Dortmund in piena notte…

Viaggiare in Interrail affina lo spirito di adattamento e anche sopravvivenza, la flessibilità, la capacità di godere delle piccole cose: fa apprezzare una branda nel dormitorio dell’ostello di Bergen dopo una notte trascorsa sdraiati nel corridoio del treno da Oslo, fa gustare la spaghettata all’ostello di Stoccolma prima della finale Italia-Brasile dopo 11 ore di treno locale da Helsingborg, fa sentire in paradiso 5 ventenni che dopo aver attraversato Bulgaria e Grecia in un epico tragitto Sofia-Salonicco-Atene, vedono il Mar Egeo e scendono alla prima fermata per fare il bagno (scoprendo poi di essere davvero tra gli dei, ai piedi del monte Olimpo).

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Se oggi per lavoro organizzo viaggi nel mondo, credo che la vocazione iniziale sia nata durante quelle estati trascorse in giro per l’Europa, fantasticando su itinerari e destinazioni, studiando coincidenze ferroviarie sul libretto rosso, scrutando mappe di carta per andare di persona a scoprire posti curiosi come…  Savonlinna, Ballymoney e Carcassonne.

...to my girls ;-)

…to my girls 😉

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girovago e scribacchino
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