Si viene sempre colti da una certa agitazione alla vigilia dell’uscita di un nuovo album del proprio gruppo musicale preferito. Un misto di eccitazione e preoccupazione: sarà all’altezza dei precedenti oppure macchierà una carriera fino a quel momento brillante? Se poi l’album in uscita è quello degli Iron Maiden, quella nervosa aspettativa raggiunge livelli quasi patologici tra i fans della “vergine di ferro”.
Formatisi a East London ben 40 anni fa, i Maiden hanno attraversato tutte le epoche dell’heavy metal diventandone, dopo 15 dischi in studio, gli indiscussi capostipiti. L’età non proprio giovanissima dei 6 membri, la battaglia – poi vinta – contro un tumore del frontman Bruce, l’attesa di un lungo lustro dal precedente disco hanno alimentato i dubbi sullo stato di salute della “vergine di ferro” e sulla qualità del nuovo album.
E’ bastato un solo ascolto di The Book of Souls per spazzare in un attimo qualsiasi incertezza: gli Iron Maiden sono tornati e sono in forma strepitosa ! “Il libro delle anime” è un capolavoro assoluto di 92 minuti di heavy metal, in cui tradizione e modernità si fondono dando vita a sonorità sempre varie e mai noiose. 92 minuti di musica significano un doppio album di 11 canzoni, ciascuna delle quali di durata decisamente superiore alla media: ma sono talmente tanti i cambi di tempo, le variazioni melodiche e di ritmo, gli assoli che non esiste 1 minuto di questi 92 in cui ci si annoia o si perda interesse.
Tradizione e modernità: l’album è stato registrato nello stesso studio di Parigi dove nel 2000 è venuto alla luce l’ottimo Brave New World, ma con un approccio molto “live”, spontaneo, in cui quasi tutti i membri hanno contribuito alla stesura “sul posto” dei pezzi. E’ inutile provare a descrivere ogni singolo brano, bisogna solo ascoltarli e farsi catturare dalle melodie intrecciate delle 3 chitarre di Dave, Adrian e Janick, dalle galoppate col basso di Steve, dagli infiniti cambi di tempo del drummer Nicko e dall’inconfondibile voce “air raid siren” di Bruce.
Se qualche nostalgico “old school” decidesse di acquistare l’album in formato cd o vinile, anziché scaricarlo in digitale, potrebbe anche apprezzarne il bellissimo artwork, tutto incentrato su Eddie – la mascotte storica della band – catapultato in epoca Maya dai pennelli dell’artista britannico Mark Wilkinson.
Il primo singolo estratto dall’album, Speed of Light, è disponibile anche in formato video: è un geniale tributo al mondo dei videogiochi con Eddie che attraversa le ambientazioni della discografia maideniana dagli esordi ai nostri giorni, passando dai videogames a 8 bit fino alla realistica grafica contemporanea.
Una menzione speciale merita il pezzo che chiude The Book of Souls: Empire of the Clouds secondo me è la perfezione in campo musicale. 18 minuti di racconto in note del disastro aereo che nel 1930 ha visto coinvolto il dirigibile britannico R101 in volo dall’Inghilterra al Pakistan: non una parola in più, va ascoltato e goduto dall’inizio alla fine, magari ad occhi chiusi, possibilmente con una bella coperta di lana addosso… i brividi e la pelle d’oca infatti non vi lasceranno molto presto.
See you on tour…. Up the Irons !