Marche e Toscana sono la meta ideale per chi cerca una vacanza all’insegna del relax in un contesto delineato da paesaggi panoramici, borghi medievali e gastronomia di qualità. Con in mente questi tre punti fermi partiamo per Jesi all’alba di una giornata di agosto: l’idea è quella di fissare una base tra le colline del maceratese ed una nella campagna senese e poi di vagabondare nei dintorni per una settimana, in totale libertà.
L’Italia in epoca medievale ha visto nascere la cosiddetta civiltà comunale, cioè un’organizzazione della vita pubblica basata sul governo urbano: la città (e successivamente la Signoria) costituiva la cellula base dell’economia, della politica e della cultura. Marche e Toscana sono ricche di borghi che sembrano catapultati quasi intatti dall’epoca medievale, quando i poteri locali sfidavano quello papale, quello imperiale e quello di altre città rivali.
A Jesi beviamo un cappuccino non lontano dalla piazza che diede i natali all’imperatore Federico II nel 1194, fatto storico che confermò di fatto l’ampia autonomia ed il conseguente benessere della cittadina: passeggiando per il centro contornato da possenti mura quattrocentesche, si possono ammirare innumerevoli palazzi, chiese, musei e cortili fioriti.
Cingoli è un grazioso borgo situato in una splendida posizione panoramica e non a caso tra i locali è conosciuto come “il balcone delle Marche”: la vista che si gode dall’alto della collina su cui è appollaiato spazia dal mare intorno al parco del Conero fino ai monti Sibillini, abbracciando le campagne pennellate del giallo dei girasoli e sullo sfondo le cime del massiccio abruzzese della Maiella. Christian ci fornisce un comodo appartamento ad Avenale, nei pressi di Cingoli, in una palazzina ben ristrutturata con giardino e piccola piscina (http://www.apartamentoslapanoramica.com/).
Nei pressi di Cingoli si scorge un laghetto che spunta tra prati, boschi e dolci colline: l’acqua trasparente di questo bacino artificiale creato da una diga ed il bucolico paesaggio a ridosso degli Appennini lo rende una gradevole meta per picnic, passeggiate e giri in bicicletta.
Non distante sorge un altro borgo medievale di grande fascino, Treia: dalla balconata della piazza centrale si può ammirare un magnifico panorama collinare e anche osservare i ragazzi del posto che si sfidano in un’antica disciplina sportiva secentesca, il “pallone col bracciale”, una specie di mix tra tamburello, tennis e pelota spagnola.
Per l’ora di cena ci rechiamo tra le colline di Filottrano, precisamente presso Ca’ Vecchia Beerstrot (http://www.beerstrot.it/): il motto del locale è “per chi – come noi – ama la birra artigianale e il buon cibo”. In effetti, la scelta di birre artigianali alla spina ed in bottiglia è eccellente (consiglio l’american pale ale MC77 Bastogne, la ipa leggera Emiliano Tropicale e la golden Mukkeller PSE) ed il cibo molto gradevole (gustosi gli hamburger e le costine al forno): ma è la location che rende il Beerstrot un locale davvero imperdibile, con i tavoli distribuiti in uno spazio aperto circondato da campi di girasole e siepi di rosmarino profumato. Osservare il sole che tramonta dietro il profilo delle colline marchigiane ed i borghi medievali, sorseggiando una pinta di squisita birra artigianale, è davvero un’esperienza unica.
Così come unica è l’atmosfera che si respira a Recanati, il borgo famoso per aver dato i natali al poeta Giacomo Leopardi. Alzi la mano chi non ha imprecato almeno una volta quando a scuola gli insegnanti ci facevano studiare a memoria “L’Infinito” , “A Silvia” ed “Il sabato del villaggio”; passeggiando per le strade di Recanati, ammirando il panorama dalle sue terrazze e girovagando nei pressi della casa del giovane Giacomo, mi ritrovo ad immaginare i pensieri e le riflessioni che hanno indotto il poeta a scrivere i suoi versi e… “il naufragar m’ è dolce in questo mar” !
Ed il mare del Conero non è troppo distante: quando il sole da rovente diventa tiepido e comincia ad allungare le ombre dei bagnanti che si allontanano dai sassi bianchi della spiaggia di Portonovo, è segno che è giunta l’ora di un bel bagno nelle acque limpide vegliate dai faraglioni delle “due sorelle”.
Sulla via del ritorno alla nostra dimora nell’entroterra ci fermiamo a cenare in uno di quei ristoranti che apparentemente giudicheresti insignificanti, ma che poi si rivelano di grande soddisfazione per il palato. L’Osteria del Moro di Potenza Picena (http://www.osteriadelmoro.it/) ci accoglie sotto un fitto pergolato di uva e ci serve eccellenti ed abbondanti piatti di cucina casalinga, a partire dalla crescia (una sorta di deliziosa piadina locale), passando per gli strozzapreti al ragù e concludendo con saporiti arrosticini. Non c’è pericolo, in Italia a livello di gastronomia si casca sempre in piedi ed è sorprendente la varietà e la qualità della cucina locale marchigiana.
E personalmente ho trovato una piacevole sorpresa anche la visita di Macerata. Uno pensa a Macerata e cosa gli viene in mente ? A me onestamente, prima di visitarla, nulla. Solo un nome di un qualsiasi capoluogo di provincia italiana. E invece si rivela una piacevolissima cittadina: gironzoliamo tra i vicoli e le piazzette del centro storico, all’ombra di palazzi, mura cinquecentesche, chiese e cogliamo subito un ambiente vivace grazie alla presenza dell’università e di innumerevoli localini, osterie, negozietti, teatri (tra cui l’incredibile Sferisterio), ristoranti, cinema. Tutto contribuisce a ravvivare le stradine di una Macerata che sembra ancora indecisa se mantenere la sua indole provinciale e agricola o se abbracciare appieno il ruolo di centro culturale del territorio.
Territorio che ci apprestiamo a salutare non prima di un’ultima tappa, in uno dei borghi di origine medievale tra i più eleganti e meglio conservati di tutte le Marche: Montelupone si presenta sonnacchioso in questo pomeriggio di agosto e ci avvolge con la sua atmosfera d’altri tempi, alimentata dalla vista sulle colline coltivate che lo circondano, dalle mura con le porte merlettate che lo delimitano e dalle viuzze che si snodano all’ombra di case ed edifici in mattoni rustici. La piazzetta nel cuore del paese è davvero caratteristica, dominata dal palazzo del podestà con i suoi ampi portici e la sua tipica torre con orologio: sembra di trovarsi in un poema di Giacomo Leopardi, quando “già tutta l’aria imbruna, torna azzurro il sereno, e tornan l’ombre giú da’ colli e da’ tetti, al biancheggiar della recente luna.”
(un caloroso GRAZIE al Dr Claudio per i preziosi consigli culturali e gastronomici !)