Ogni volta che viaggio in Oriente e specialmente nel Sud Est Asiatico mi sorprendo nel constatare quanto il gioco del pallone sia una passione profondamente radicata nella popolazione locale. Tutti i ragazzi giocano a calcio, basta uno spazio (un prato, una strada, un cortile), una palla (di gomma, di bambù intrecciato, talvolta di cuoio) e due paia di ciabatte (a fungere da porte) e le partite hanno inizio.
Certe immagini di bambini che rincorrono vocianti e felici un pallone mezzo sgonfio in mezzo ad un campetto polveroso della campagna birmana, mi ricordano quando anch’io ero un “pischello” e non mi interessava nulla del colore delle scarpe o del numero dei tacchetti, del fondo gibboso o del prato spelacchiato: bastavano davvero una palla, quattro zainetti a mo’ di pali e qualche amico per giocare a calcio tutto il giorno, fino a quando calava il buio e tornavamo a casa tutti ebbri di stanchezza e gioia !
In un altro post racconterò delle emozioni che suscita un viaggio in Birmania e della storia recente di questo Paese, che ha attraversato il colonialismo e decenni di dittatura militare, per giungere ai nostri giorni sull’onda di una timida democrazia.
Stavolta mi soffermo solo sul calcio, prendendo spunto da vari dispacci rivelati da Wikileaks, secondo cui il regime militare avrebbe tentato in un recente passato di acquistare il più famoso club di calcio del Regno Unito, il Manchester United ! Una mossa ardita dettata da motivi puramente di immagine: acquisire il Man Utd avrebbe significato ammorbidire una popolazione interna appassionata di football inglese, ripulire il volto del regime sul piano internazionale incipriandolo di prestigio e notorietà ed infine prendersi una simbolica rivincita nei confronti di quella Gran Bretagna imperiale che per i militari ha sempre rappresentato una fastidiosa onta storica.
Sfumato come prevedibile l’acquisto, il regime nel 2009 decise di incanalare la passione dei birmani per il calcio nella creazione di una lega professionistica nazionale, la Myanmar National League. Il riscontro da parte della gente comune fu molto tiepido: nonostante impieghino pochi secondi ad arrotolarsi sui fianchi i longyi (una specie di gonna molto diffusa anche tra gli uomini in Birmania) non appena vedono un pallone e ad improvvisare vivaci partite in strada, i birmani preferirono (e preferiscono tuttora) di gran lunga seguire le partite serali e notturne dei campionati europei in tv, piuttosto che recarsi allo stadio per vedere le proprie squadre locali.
Unica eccezione: essendo un campionato voluto e organizzato dal regime, chi aveva voglia di esprimere liberamente il proprio dissenso politico si recava allo stadio e dava sfogo al proprio campionario di insulti nei confronti delle squadre dei militari. Senza rischiare di venire poi puniti o incarcerati per manifestazione di dissenso.
Sono i miracoli del pallone… quindi, per rendere definitivo il timido processo di democratizzazione in atto oggi in Birmania, auspico che la prossima delegazione diplomatica internazionale in visita nel Paese, anziché capeggiata da Hillary Clinton, sia guidata da….. Wayne Rooney e David Beckham :))